Intervsta a Rachele Bindi

26/07/17 | Interviste

La libroterapia

L’idea di poter promuovere il benessere attraverso la lettura dei libri affonda nella notte dei tempi. Aristotele pensava che con la letteratura si potesse guarire da tanti mali e molti antichi romani, fra cui Aulus Cornelius Celsus, credevano che medicina e letteratura fossero un abbinamento vincente. In epoca moderna la lettura dei libri è stata introdotta, quale strumento di crescita personale e di benessere, nelle carceri (Sing Sing, 1840), negli ospedali psichiatrici dell’ottocento, negli ospedali (inizi ‘900) e in alcune divisioni dell’esercito (1910, Iowa; Nebraska).

Nella prima metà del Novecento si comincia a parlare di libroterapia o biblioterapia nell’ambito psichiatrico statunitense. Nella seconda metà del Novecento la libroterapia è stata sempre più utilizzata, non solo da psichiatri, ma anche da psicologi e psicoterapeuti nella pratica clinica e in vari settori psicologici. Ne vogliamo parlare con Rachele Bindi, autrice del libro Trame archetipiche. Libroterapia e Benessere, edito da Press & Archeos.

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